Anello di Moraduccio

Per raggiungere il sentiero bisogna raggiungere il confine fra la graziosa frazione di Moraduccio nel comune di Castel del Rio e Firenzuola sul confine fra Emilia Romagna e Toscana, nella valle del Santerno. Appena arrivati si può lasciare la macchina di fronte la trattoria “La Cascata”, subito dopo il cartello del confine di regione.

Arrivati al parcheggio si lascia la macchina e si prosegue sulla strada statale montanara Imolese in direzione Firenzuola. Dopo circa 500m sulla destra si imbocca una stradina tortuosa che scende verso le cascata del Rio dei Briganti (zona molto frequentata nel periodo estivo). Se il primo parcheggio dovesse essere pieno esiste un secondo parcheggio giù per la strada che porta alla cascata (la strada è stata rifatta di recente perchè prima era interrotta da una frana).

Mentre siamo sulla strada statale per raggiungere la cascata possiamo notare sulla destra il borgo fantasma di Castiglioncello (che dopo visiteremo) .

Castiglioncello è un borgo ormai abbandonato risalente al IX secolo, situato sulla sponda sinistra del fiume Santerno, sulle estreme pendici del monte La Fine sul confine tra Romagna è Toscana. Il paese sorge sull’antico confine che separava il Granducato di Toscana dallo Stato Pontificio.

La sua posizione era strategica perché si trovava sulla strada che collegav Bologna a Firenze e per questo varie casate se lo contesero per lucrare sui pedaggi che venivano richiesti per il passaggio.

Quando la strada che collegava Bologna a Firenze, passando per Castiglioncello, divenne impraticabile ne venne costruita un’altra che non includeva il borgo nel suo tragitto e per questo il borghetto a poco a poco si spopolo fino a essere completamente inabitato negli anni 60.

Negli anni successivi il borgo venne abitato saltuariamente da Hippy e spiantati di vario genere. Oggi è del tutto abbandonato anche se ci sono varie proposte di ristrutturazione.

Dal punto di vista Geologico la frazione di valle che andremo a vedere è una valida rappresentazione dell’ossatura dell’appennino Tosco-Romagnolo, la quale risulta costituita da migliaia di strati di soli due tipi di roccia: la marna (argille miste a varie percentuali di carbonati e sono la frazione più friabile) e l’arenaria (sono sabbie e sono la frazione più dura). Questi due tipi di roccia costituiscono gli strati marnoso-arenacei, i quali sono presenti e ben visibili in molti siti dell’appennino Tosco-Romagnolo. La formazione di queste strutture geologiche deriva da innumerevoli correnti di torbida (correnti di fluido con materiale in sospensione che si muovono lungo un pendio) che si sono depositate sul fondo del mare (alternativamente sabbie e argille) e che poi da vari movimenti tettonici sono state riportate in superficie.

Durante la tappa si possono osservare le classiche coperture vegetali di questi luoghi composte principalmente da Lecci e Querce. Sono presenti anche dei Castagneti, probabilmente introdotti nei secoli passati quando in tutto l’appennino Romagnolo si coltivava la castagna per farci la farina.

La tappa percorre il sentieri CAI 717 ad anello. Partendo dalla cascata del Rio dei briganti si prosegue dritto seguendo la strada bianca. Per visitare il borgo di Castiglioncello bisogna prendere un piccolo sentiero che devia da una curva a gomito a circa 800 metri dall’inizio della tappa. Proseguendo sul sentiero non segnato si arriva al borgo di Castiglioncello dal quale seguendo la strada ci si ricollega alla strada bianca che abbiamo lasciato poc’anzi.

Quando si visita il borgo bisogna fare estrema attenzione a non avvicinarsi alle costruzioni e a non entrarci dentro perché sono tutte pericolanti e a RISCHIO CROLLO.

Riprendendo la strada bianca si seguono i bollini rosso-bianchi del CAI che portano ad un sentiero sulla destra che comincia a salire e ci porterà all’inizio dell’anello del sentiero CAI 717. Questo tratto è particolarmente esposto ed è consigliabile fare molta attenzione; è presente una corda che fa da punto di sicura alla quale tenersi.

Questo tratto è sconsigliato agli escursionisti non esperti e con bambini.

Proseguendo sul sentiero si arriverà ad un bivio (che sarebbe l’inizio dell’anello). Da una parte si prosegue verso il rifugio Negherdole. Scegliendo il sentiero che porta prima a Negherdole si affronterà una ripida salita che ampi spazi panoramici sulla valle del Santerno. Il sentiero dopo proseguirà con una dolce e costante discesa che porterà a visitare bellissime zone boscose con lecci, querce e un bellissimo castagneto. Proseguendo si arriverà al la chiesa di S. Andrea e dopo al Poggio di S. Andrea dopo si può pensare di fare una piccola pausa.

Se si dovesse scegliere di andare a destra verso S. Andrea naturalmente il percorso si affronterà al contrario con una dolce salita e con una breve e ripida discesa.

Io consiglio di affrontare prima la ripida salita per poi godersi la discesa fra i boschi (sopratutto se il terreno è bagnato a causa delle piogge).

Il percorso non presenta particolari difficoltà tecniche ma è consigliato solamente agli escursionisti esperti a causa di quel tratto particolarmente esposto e alla ripida salita.

Non sono presenti fonti d’acqua durante il trekking

La segnaletica del CAI è abbastanza ben fatta anche se la mappa cartacea è sempre obbligatoria durante un trekking

Difficoltà: EE

Attrezzatura consigliata: Mappa, scarpe da Trekking, Bastoncini da Trekking