Marocco

Partiamo col dire che questa non è una guida dettagliata di ciò che dovreste o non dovreste fare in Marocco (ne esistono già molte e anche fatte meglio). Questo è solo il resoconto di un viaggio che spero possa aiutare qualcuno ad avere degli spunti o dei suggerimenti per organizzare da solo il PROPRIO viaggio, senza far parte di quelle orde di turisti che visitano solo ciò che gli si dice senza pensare a quali possibili alternative ci possano essere.

Il Marocco è un Paese Nord Africano, Islamico, che si estende nella zona nord-ovest del continente Africano.

Il Paese presenta due grandi catene montuose: la catena del RIF, a ridosso della costa mediterranea, e quella dell’Atlante (i settori marocchini sono: medio Atlante, alto Atlante e anti Atlante), che attraversa tutto il Paese da Sud-Ovest a Nord-Est con vette che superano i 4000m s.l.m.

A sud la propaggine più occidentale del deserto del Sahara incontra una parte di Paese poco popolata se non da popolazioni nomade e sparuti villaggi.

Dal punto di vista climatico i versanti del Paese a est delle catene montuose hanno un clima più arido e secco mentre quelli a ovest hanno un clima più Atlantico-Mediterraneo subendo l’influenza dei mari.

L’itinerario seguito da noi va dal Nord al Sud del Paese.

L’itinerario seguito è il seguente:

1° Giorno: Aeroporto Milano-Bergamo – Tangeri – Chefchaouen (autobus circa 2:30 ore)

2° Giorno: Chefchaouen

3° Giorno: Chefchaouen – Fez (autobus di circa 4 ore)

4° Giorno: Fez

5° Giorno: Fez – Midelt

6° Giorno: Midelt – Merzouga (nottata nel deserto)

7° Giorno: Merzouga – Gole del Todra e di Dades – Ouarzazate

8° Giorno: Ouarzazate – Marrakech

9° Giorno: Marrakech

10° Giorno: Marrakech

11° Giorno : Marrakech – Aeroporto Milano-Bergamo

Autobus da Tangeri a Chefchaouen (compagnia CTM ore 12:15 → 14:50)

Autobus da Chefchaouen a Fes (compagnia CTM ore 10:15 → 15:00)

Da Fes a Marrakesh con auto a noleggio presso (ABID CARS presente in varie città del Marocco)

Il punto di riferimento per arrivare alle Gole del Todra è il villaggio di Tinghir. Una volta raggiunto il villaggio, per arrivare alle gole bisogna proseguire per la Gorge Toudra R703. Sia che siate in macchina o a piedi, l’accesso alle gole del Todra è semplicissimo, si arriva direttamente dalla strada principale che passa in mezzo alle rocce.

Per arrivare alle Gole del Dades, invece, bisogna passare per Boumalne Dades, che si trova a circa un’ora da Tinghir, e proseguire verso M’semrir.

 

 

 

 

 

1° Giorno – Aeroporto Milano-Bergamo – Tangeri – Chefchaouen:

Si parte dall’aeroporto di Milano-Bergamo in direzione Tangeri.

Il volo dura circa 3 ore e ci porterà alla città di Tangeri.

Tangeri è una città in pieno boom edilizio. Poco prima dell’atterraggio si possono notare interi quartieri nascere dal nulla. La città sembra sentire molto l’influenza del continente Europeo. Rimaniamo solo poche ore, giusto il tempo di uscire dall’aeroporto (qui si possono cambiare soldi e prendere una SIM per la connessione internet) e prendere un taxi per la stazione degli autobus CTM.

Arrivati alla stazione degli autobus prendiamo il primo che ci porti a Chefchaouen. Il costo della corsa con bagaglio è circa 70 Dirham a persona per 2:30 di viaggio.

Il percorso fra Tangeri e Chefchaouen colpisce per il contrasto di sensazioni che dona: da una parte la bellezza delle montagne del RIF che si cominciano ad intravedere, mentre dall’altra colpisce la quantità di plastica abbandonata per i campi (plastica che probabilmente nessuno mai raccoglierà è diventerà una testimonianza del nuovo periodo geologico nel quale stiamo entrando: l’Antropocene)

Il nome Chefchauen significa “guarda le vette”. Originariamente il nome era Chaouen, che significa vetta (la città sorge in una valle sulla catena montuosa del RIF), il nome odierno le fù dato nel 1975.

Appena entrati in città due cose colpiscono subito l’attenzione: il colore blu delle case e la quantità di gatti (quest’ultima cosa ci accompagnerà per tutto il viaggio in Marocco ed è legata alla religione Islamica, la quale considera i gatti animali domestici per antonomasia perchè sono considerati animali puliti).

Le vie di della città sono piccole, blu ma anche coloratissime a causa di tutti in negozietti di souvenir che si trovano in giro.

Uscendo dalla città si può salire fino alla Moschea Spagnola dalla quale si potrà avere una vista panoramica della città. A colpirmi sono le bellissime vette che proteggono Chefchouen: Jebel el Kelaa a 1616 m s.l.m w Jebel Tisauka a circa 2000m s.l.m.

I marocchini sono molto gentili e sembrano felici. I vicini di bottega non si fanno la guerra ma anche se vendono le stesse identiche cose stanno tutto il giorno a scherzare e parlare fra di loro.

Nelle varie piazzette della città si possono trovare molti piccoli locali che per qualche Dirham possono farti del buonissimo té alla menta. Esistono anche una moltitudine di piccoli forni nei quali si prepara il buonissimo pane arabo e dei bellissimi, e buonissimi, biscotti alle mandorle (davvero da provare)

La città è piccola e vi sembrerà di perdervi in continuazione (il bello sta anche nel perdersi e scoprire sempre nuovi vicoletti) ma alla fine si riesce sempre a trovare qualche stradina che ti collega alla piazza principale dove, fra i molti ristoranti, sorge la Kasbah (antico fortino) che nasconde un bellissimo giardino; salendo sulla torre una vista mozzafiato sulle città e sulle bellissime cime che la circondano.

2° Giorno – Chefchaouen – Fes:

La stazione degli autobus CTM che da Chefchouen ci porteranno a Fes si trova non molto lontano dalla Medina, a circa 20 minuti a piedi dalla piazza principale di Chefchouen. Il percorso prevede circa 4,30 ore di viaggio con una sosta. Il paesaggio fra Chefchouen e Fes preannuncia il deserto e si comicia a vedere come si sia passati sul versante orientale della catena Montuosa del Rif.

Campi arati ed una moltitudine di piantagioni di ulivi la fanno da padrona, insieme all’onnipresente plastica. Una cosa che si impara in Marocco, se si viaggia su gomma, è che spesso la polizia ti aspetta agli ingressi delle città e se non si vuole una multa ci si deve fermare ai cartelli con scritto ALT anche se non c’è nessuno a vederti. I limiti di velocità sono un’altra caratteristica del Paese, vanno RISPETTATI anche su strade apparentemente desertiche.

3° Giorno – Fes:

Per visitare la vecchia città imperiale di Fes si consiglia di prendere una guida, che al costo di circa 250 dirham (circa 25 euro) vi potrà far visitare dei luoghi nascosti della città.

La vecchia Medina di Fes, come quella di Chefchouen, è piena di mercanti e botteghe che vendono ogni genere di cose, ma ha differenza della Medina di Chefchouen è molto più grande (e la più antica del Marocco, 1200 anni) ed è divisa in settori.

Esistono settori di tutti i tipi, da quello dei tessuti a quello della carne, esiste il settore dei metalli ecc.. . Con la guida siamo andati dentro una bottega che vendeva oggetti in pelle, dalla cui terrazza siamo riusciti a vedere la famosissima e antichissima conceria di Fes, dove le pelli vengono ancora lavorate a mano solo da uomini. Prima di entrare dentro la bottega vi verrà fornito un ramoscello di menta per attutire l’odore derivante dalla lavorazione del pellame.

Molta gente rimane stupita da questo processo di lavorazione del pellame, ma personalmente non mi è piaciuto, ho visto solo pelli di quelli che una volta erano animali vivi e vegeti con delle sensazioni e che avranno provato paura e dolore poco prima di essere abbattuti.

Nella Medina non mancano neanche le moschee, trovandoci in un Paese in cui la religione di stato è la religione Islamica.

Con la guida siamo riusciti anche a visitare una scuola coranica e l’interno di una moschea (credo l’unica aperta al pubblico). Dal punto di vista artistico una delle cose più belle che abbia mai visto, con le pareti piene di intarsi e versi del corano. Ma questa visita mi ha fatto pensare come il rapporto fra uomo e religioni (tutte) sia sempre difficile. Mi veniva spiegato che i bambini fin da piccoli vengono mandati alle scuole coraniche per imparare i precetti della loro religione e questo onestamente mi ha fatto pensare a come i bambini siano un po’ deviati fin da piccoli (la guida ci diceva che cominciano la scuola coranica a 5 anni).

Anche a Fes i gatti la fanno da padrone e sembrano ben curati. Diffidate da tutta quella gente che vi chiederà dove state andando e che vi dirà che la strada che avete preso è chiusa (ne abbiamo incontrati tantissimi); cercano solo di farvi da guide per chiedervi qualche soldo.

Fuori dalla città esiste un sito archeologico abbandonato dal Paese ma che vanta molte visite: le tombe di Merinidi.

Le tombe sono in stato di rovina ma attirano turisti per le loro dimensioni e per la bellezza del paesaggio. Dall’altopiano in cui sono costruite vi si può ammirare tutta la vecchia Medina di Fes (antica 1200 anni). Le tombe sono ormai il ricordo di ciò che fù la dinastia dei Merenidi che regno su Fes e sul Marocco dal 1248 al 1465.

Per arrivare al complesso di tombe dalla Medina la strada è tutta in salita e passa attraverso un cimitero nel quale si possono notare una moltitudine di strutture (tombe) bianche, anche queste invase dalla plastica.

A volte penso che la plastica sarà una delle poche cose che sopravviverà all’uomo, un prodotto inventato per l’usa e getta che però virtualmente può durare centinaia di anni.

4° Giorno – Fes – Midelt:

Quella di oggi è una tappa intermedia prima di arrivare a Merzouga e quindi alle prime propaggini del deserto del Sahara.

Per andare a Merzouga, passando da Midelt (a 1450m s.l.m.), si deve oltrepassare la catena montuosa del Medio Atlante toccando i 2100m s.l.m. Il percorso attraversa la città di Ifrine, stazione sciistica in Marocco (sembra di stare in Trentino).

La città di Midelt è molto pulita ed ordinata ma non abbiamo molto tempo per visitarla perchè arriviamo la sera e ripartiamo la mattina presto. La maestosità del deserto ci attende.

5° Giorno – Midelt – Merzouga:

La strada che porta fino a Merzouga è alquanto monotona e poco spettacolare a parte la fase finale nella quale si cominciano ad intravedere le dune. Arriviamo in città intorno all’ora di pranzo e ci rechiamo direttamente alla struttura d’appoggio per essere portati in tour per il Sahara e passare la notte nel deserto.

Decidiamo di fare un piccolo tour attraversando palmeti, zone panoramiche come il black Sahara, ex miniere e un campo di nomadi dove alcune persone vivono ancora secondo questa tradizione. Poco prima dell’ora del tramonto si sale su una duna per ammirare il tramonto, inutile dire che un esperienza del genere è una cosa che tutti dovrebbero fare nella vita.

La sera nel campo procede allegramente fra cena e balli intorno al fuoco.

Secondo me, a parte gli atteggiamenti pro-turistici, sono due le cose che rendono questa esperienza degna di essere fatta: la prima, e anche la principale, e il tramonto sulle dune. Il colore della sabbia che diventa rossissimo, la bellezza di queste altissime dune che ti fanno capire di quanto vario e bello sia il mondo che stiamo portando alla rovina. La seconda è il cielo stellato. Un cielo che ormai dall’Europa non è quasi più visibile. Un tappeto di stelle che ci vorrebbe una vita per ammirarlo ed apprezzarlo.

6° Giorno – Merzouga – Ouarzazate:

La giornata di oggi sarà durissima perché sarà quella con più kilometri e che ci porterà ad ammirare le spettacolari gole del Todra e del Dades.

Le due gole sono state scavate entrambe dai rispettivi fiumi del Todra e del Dades. Entrambi i fiumi hanno scavato i loro canyon nella zona orientale della catena montuosa dell’alto Atlante.

Le gole del Todra sono spettacolari perché la strada che vi porta fino a li passa proprio dentro la parte più spettacolare del canyon, con queste pareti rocciose a picco sulla strada (c’è anche la possibilità di fare arrampicata sportiva o delle ferrate). Le gole del Dades sono anch’esse spettacolari, inoltre una strada che segue il corso del fiume vi farà valicare un passo di montagna dal quale arrivati in cima si potrà godere di una magnifica vista.

Il punto di riferimento per arrivare alle Gole del Todra è il villaggio di Tinghir. Una volta raggiunto il villaggio, per arrivare alle gole bisogna proseguire per la Gorge Toudra R703. Sia che siate in macchina o a piedi, l’accesso alle gole del Todra è semplicissimo, si arriva direttamente dalla strada principale che passa in mezzo alle rocce. Per arrivare alle Gole del Dades, invece, bisogna passare per Boumalne Dades, che si trova a circa un’ora da Tinghir, e proseguire verso M’semrir.

 

7° Giorno – Ouarzazate – Marrakesh:

Orzazate non la vediamo nemmeno, nonostante sia un importantissima città Marocchina per via dei vari film girati li (come parti del Gladiatore).

Arriviamo la sera tardi in città e ripartiamo la mattina seguente per andare a Marrakech, città nella quale arriveremo nel primo pomeriggio.

La cosa più bella del viaggio di oggi è l’attraversamento della catena montuosa del Alto Atlante. Non smetterò mai di definire l’attraversamento di questa catena montuosa una delle cose più belle del Marocco. Le montagne sono di un colore tendente al rosso-ocra bellissimo, svettano sul cielo azzurro (soprattutto al tramonto) e non capisco perchè non abbia mai sentito parlare di trekking organizzati in queste zone anche con l’appoggio della comunità berbera locale (i berberi sono un popolo molto accogliente per sua natura).

Il viaggio prosegue fino a Marrakech con gli occhi sempre sbarrati ad ammirare le bellezze naturali e con mia sorpresa alcuni macachi quando si valica e si arriva sul versante atlantico della catena montuosa. Quello che mi colpisce sono i numerosi venditori di souvenir geologici come fossili o minerali (sulla veridicità degli stessi ho parecchi dubbi). Arriviamo a Marrakech e un po’ ci dispiace lasciare quel mondo di pace che avevamo trovato dopo Fes e tornare alla caoticità delle Medine Marocchine.

7° Giorno – Marrakech:

La Medina di Marrakech è una cornucopia di colori, odori e sapori. Entriamo in questo turbine di oggetti di tutti i tipi e soprattutto voci: un mix di lingue ci invade dopo giorni di pace e natura.

Le botteghe in Medina, come a Fes, vendono di tutto e di più, ma a rendere davvero famosa Marrakech è la piazza principale, piazza Jamaa el Fna, intorno alla quale si sviluppa la Medina. Andare in quella piazza è come fare un viaggio nel tempo e nel Marocco. Si possono incontrare cantastorie, bottegai vari, ristoranti, e purtroppo anche sfruttatori di animali ( gente che per qualche soldi promette una bella foto ricordo con serpenti o scimmie incatenate che chissà quali torture hanno subito). Purtroppo si tocca con mano l’estrema povertà della gente: bambini che vendono fazzolettini nei loro banchetti di cartone o persone che mendicano. Le contraddizioni delle grandi città dove si rimane invisibili (cosa che non abbiamo notato durante il viaggio in auto). Il tè alla menta con vista sulla piazza è un esperienza da fare assolutamente, così come anche la visita (dall’esterno se non si è musulmani) all’altissimo Minareto della moschea di Koutoubia. Fuori dalla medina vale la pena visitare il giardino Majorelle. 

Se volessimo dire tutta la verità, nonostante tutti ne parlino benissimo, non siamo rimasti particolarmente colpiti dalla città. Come tutte le grandi città turistiche ci appaiono finte, senz’anima, solo un ricordo della grandezza che potevano essere. Durante i nostri due giorni in città il pensiero era fisso alle montagne e al deserto. La città con tutto quello che aveva da offrire ci lasciava un pò indifferenti.

Il Marocco esprime (come un pò anche l’india) la bellezza di una civiltà che si spera non cercherà mai di uniformarsi del tutto alla cultura occidentale e che riesca a mantenere una sua natura e le sue tradizioni.